Un mese

maggio 06, 2018

Un mese fa arrivavo a Maiorca dopo due giorni di viaggio dalla Svezia.

Un mese passato così velocemente! Un mese e la Svezia è dimenticata. Un mese e mi sembra di aver sempre vissuto qui. Che strano.

Oggi sono andata al mercato, fatto l'allenamento in bici e poi al mare per il nuoto. Mi piace stare seduta sulla spiaggia, sentire le onde, guardo le persone ma in realtà non le vedo. Pensavo a quante volte nei miei 16 anni in Svezia sono stata seduta proprio su quella spiaggia, a quante ore ho passato ad ascoltare il mare a quante persone ho guardato senza in realtà vederle.

Port d'Alcudia

Ogni volta tornavo in Svezia e mi domandavo cosa facessi in quel paese, freddo, buio, ai miei occhi inospitale. L'insofferenza cresceva ogni giorno di più. Prendemmo una grande decisione.

Oggi ero lì e mi chiedevo se veramente io abbia vissuto tutti quegli anni in Svezia, se quello che è stato è veramente stato. Mi succede a volte di non capire se io veramente possa aver vissuto la vita che ho vissuto. Mi sembra incredibile ma è la realtà. Ed è incredibile la forza che abbiamo per cambiare quello che non ci piace. Che non vi venga mai il dubbio di non potercela fare!

You Might Also Like

11 Comments

  1. Oriana, anch'io vorrei cambiare vita, ma non so se ne ho la forza o la capacità...

    :-D :-D :-D

    PS Goditi quel mare sino all'ultimo minuto e anche oltre. E' "più tuo" di chiunque altro.
    Te lo strameriti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Oh, appena ho letto la prima frase mi sono chiesta se eri impazzito :-). Tu sì che hai cambiato vita,e che cambiamento!!

      Elimina
  2. ... ma quante nuvole, e che brutta la spiaggia senza neppure una cicca di sigaretta ...
    ... guarda te l'invidia cosa mi fa scrivere...

    RispondiElimina
  3. E invece il dubbio arriva. A me. Per il timore di non farcela dal punto di vista economico principalmente. Che tornare indietro da questo lato è per me impensabile, con un background lavorativo come il mio che lascia poco spazio alla fantasia e alla possibilità di spaziare altrove. Ma leggere di storie come la tua (ti seguo da un annetto, dal precedente blog) mi da gioia e un filo di speranza. Daniela

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Naturalmente non sapendo le situazioni altrui mi resta difficile commentare. Ma se penso alla mia vita e alle mie scelte ho sempre sentito il dubbio che gli altri avevano sul fatto che io potessi farcela e mai il mio. Per molte persone il dubbio degli altri basta per far nascere un dubbio in se stessi.

      Sono nata e cresciuta a Roma ma già da ragazzina avevo manifestato un forte interesse e amore per gli alberi (probabilmente grazie alle vacanze estive che con la famiglia passavamo in montagna). L'interesse era ancora vivo quando finii il liceo scientifico e così decisi di lasciare Roma e studiare Scienze Forestali. Naturalmente molti commentarono la mia scelta e naturalmente quello che vedevano erano i problemi futuri, che mai avrebbe potuto fare una ragazza di città con una laurea in forestale. Io non avevo dubbi sulla mia scelta. E naturalmente trovai lavoro. Poi decisi di trasferirmi in Svezia per stare con il mio compagno e molti commentarono la mia scelta, e naturalmente anche in questo caso vedevano solo problemi, lasciavo un lavoro, non sapevo una parola di svedese, che avrei mai fatto lassù? Buttavo al vento la mia laurea (come se la laurea fosse la cosa più importante nella vita!) e probabilmente la mia vita. Io non avevo dubbi sulla mia scelta. Ero arrivata in Svezia, ero una forestale, la Svezia è coperta di boschi avrei lavorato come forestale! Dovevo imparare lo svedese e ad un buon livello, non sarebbe bastato saper comprare il pane. E così presi contatto con l'università forestale in Svezia, mi presentai e poi mi richiamarono per un lavoro estivo di raccolta dati in bosco. Stavo via la settimana a misurare piantine di betulla nel sottobosco e il fine settimana tornavo a casa. Poi uscì un dottorato di ricerca, feci domanda e arrivai all'intervista, eravamo in tre, io e due ragazzi svedesi. Mi chiesero se volevo fare l'intervista in inglese, dissi che andava bene lo svedese, non lo parlavo per niente bene all'epoca ma non si trattava dello svedese, io avevo dimostrato di non aver paura, di essere pronta alle sfide, sapevo dove volevo arrivare. Scelsero me e iniziai a lavorare all'università (il dottorato in Svezia è un lavoro retribuito e anche bene). Tutte era in inglese ma io lavorai come non mai per imparare lo svedese e soprattutto lo svedese forestale così poi da poter cercare un lavoro fuori dall'ambiente di ricerca. Feci tutti i corsi, pubblicai gli articoli, partecipai all'insegnamento e quando avevo iniziato a scrivere la tesi di dottorato decisi di iniziare a cercare lavoro. Non ero sicura di quello che volevo, non sapevo se volevo rimanere nell'ambiente di ricerca soprattutto perché quell'ambiente prevede molta ricerca di finanziamenti. Mi dissi, cerco un lavoro così mi alleno a scrivere la lettera di presentazione e se arrivo ad un'intervista faccio un po' di esperienza. Dopo poco uscì una posizione come responsabile della produzione di bioenergia per una ditta internazionale, feci domanda, arrivai all'intervista e scelsero me. Non avevo ancora finito il dottorato e mi avevano offerto un lavoro a tempo pieno e indeterminato. Non avevo dubbi, accettai il lavoro e presi la decisione che avrei continuato il dottorato. Il lavoro era a 150 km da casa, l'università a 95 km ma nella direzione opposta, cioè circa 245 km tra lavoro e dottorato di ricerca. Cosa credi che sentii dire dagli altri? Dubbi sul fatto che ce l'avrei fatta. Partivo il lunedi per il lavoro, stavo via tutta la settimana, il giorno lavoravo per la ditta internazionale, la sera scrivevo la tesi di dottorato. Il venerdi sera tornavo a casa, il sabato e la domenica lavoravo al dottorato. La domenica sera ripartivo per il lavoro. Alcuni giorni li prendevo di ferie o di permesso per andare all'università d incontrare il mio supervisore. Naturalmente finii il dottorato di ricerca. E allo stesso tempo decisi di rimanere a lavorare per la ditta internazionale. Poi cambiai lavoro e questa è un'altra storia...

      Elimina
    2. ...Ma veniamo all'ultima scelta, il trasferimento a Maiorca. Quando lo dissi, cosa credi che abbia sentito da molti, dubbi, dubbi e ancora dubbi. Stavo ancora una volta buttando al vento tutto! Sono una forestale e ho un PhD, probabilmente qui a Maiorca non potrò mai fare un lavoro all'altezza delle mie qualifiche e delle mie esperienze, e probabilmente neanche altro di meno qualificato ma forestale. E ne sono consapevole, ma con il trasferimento a Maiorca non sto cercando quello, io sto cercando di migliorare la qualità della mia vita, ed è quello che molte persone non capiscono. La qualità della vita non sono i titoli accumulati o il lavoro che uno fa, non per me almeno. E cosa è successo? L'estate scorsa prendemmo la decisione di trasferirci a Maiorca e avevo deciso di licenziarmi, una matta agli occhi di molti! Parlai con il mio capo e si aprì una possibilità di cui non avrei mai sperato. Portare 50% del mio lavoro a Maiorca! Avessi avuto dei dubbi sul trasferimeto e rinunciato ad esso senza prendere la decisione di licenziarmi allora non avrei mai scoperto che c'era questa alternativa. Non è per sempre, il progetto a cui lavoro finisce a giugno 2019 e potrebbe anche succedere che debba lasciarlo prima, ma non si sa. È questa è la verità, nella vita non si sa mai. Si possono avere dubbi, dubbi che fanno sì che uno possa valutare le diverse possibilità, anche quella di fallire. Io ho messo in calcolo anche quella, la possibilità di fallire, non posso sapere ora se questa nuova vita andrà come vorrei, anche io devo mangiare e pagare le bollette. Ma pur sapendo che c'è sempre il rischio di fallire non mi è mai venuto il dubbio di non farcela. Quel dubbio non mi ha mai frenato. Quello che voglio dire è che uno deve credere in se stesso, nelle proprie capacità e avere coraggio.

      Ti auguro tutto il meglio. Un abbraccio.

      Elimina
  4. Siete veramente una forza! Tutti ogni giorno pensiamo " devo cambiare vita"...ma poi alla fine ben pochi hanno il coraggio di farlo! Voi siete un esempio che VOLERE E'POTERE! in bocca al lupo ancora :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Ely! Sono la prima a credere che volere è potere!!!

      Elimina
  5. Non scopiazzare gli articoli che leggi in giro...

    RispondiElimina

Amo i vostri commenti!