No hay luz bajo la nieve

ottobre 17, 2019

Sono tornata in biblioteca con l'intenzione di riprendere a leggere. In spagnolo.

È a circa 130 metri da casa mia e per questo non ho mai imparato i suoi orari che tanto ci metto un minuto ad andare e uno a tornare.

L'ho trovata chiusa in più occasioni in questo mese di ottobre e quando parlo con conoscenti (maiorchini) mi dicono che in *verano* (estate) fanno altri orari, perché ottobre è estate qui.

Lunedi sono passata, porta chiusa, tapparelle chiuse, guardo il cartello degli orari e constato che dovrebbe essere aperta anche se siamo in *verano* :-). Ci provo, abbasso la maniglia e la porta magicamente si apre. Infilo la testa e vedo i soliti due, quelli che mi conoscono e che io conosco, lui seduto al computer e lei seduta ad un tavolo a bere un caffé. Mi guardano con uno sguardo fulminante. Chiedo se per caso la biblioteca sia aperta e mi rispondono "sì ma non abbiamo voglia di lavorare" non capisco se mi stanno prendendo in giro, nel dubbio sul cosa fare resto lì ferma con la testa in biblioteca e il corpo per strada. Mi guardano silenziosi e poi "entra entra ma chiudi la porta".

Ero andata lì senza un'idea di che libro prendere in prestito, hanno delle mensole all'entrata dove di solito mettono gli ultimi libri arrivati o i libri del mese o quelli che suggeriscono, che ne so, la mia idea era di prendere uno di questi messi lì in mostra.

Vado veloce alle mensole sentendomi addosso il loro sguardo, scannerizzo i libri più velocemente possibile, catalano, non va bene, catalano, non va bene, catalano non va bene, castigliano, la dieta per prevenire l'alzheimer che sì è interessante e importante ma non era quello che cercavo, cavolo ma che tutti sono in catalano?? Intanto si apre la porta, un ragazzetto cerca di entrare e lo mandano via dicendo che la biblioteca è chiusa. Scorro i titoli il più velocemente possibile e mi sembra di vederne uno in castigliano "No hay luz bajo la nieve" è grosso, troppo per farcela in sole tre settimane che sono quelle che di solito mi danno. Lo apro, 547 pagine...ma scritte grosse, potrei farcela, lo prendo solo per potermene andare via da lì.

No hay luz bajo la nieve di Jordi Llobregat

Il bibliotecario mi guarda "tre settimane, ma tanto tu di solito torni per allungare il prestito" e si mette a ridere. Sicuramente lo farò gli dico e rido anche io felice di renderli allegri. Voglio dire a volte una risata è la cosa più bella che ti possa regalare una giornata :-). Felice di contribuire!

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4 Comments

  1. ....bhè Oriana, grazie per il sorriso che mi hai regalato con questo post! Esilarante....mmmmhhh anch'io veramente ancora non ho ben capito se questo modo di vivere spagnolo ti piaccia o no (vedi data fittizia.....)...ma in fondo credo proprio di si. Comunque mi sai che ai tizi della biblioteca sei simpatica, perchè in fondo vai, prendi i libri e li lasci subito in pace! Proprio come si aspettano da una svizzera svedese!!!!!! :))

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    1. Non lo so neanche io se mi piace oppure no, non mi pongo la domanda :-). Da quando mi sono trasferita qui vivo una vita così tranquilla che in tutte le cose "strane" ci vedo l'imperfezione umana. Come scrissi nel post di Me voy un momentito forse un giorno mi darà fastidio ma spero allora di ricordare come era in Svezia.

      Sento molti in Italia lamentarsi ma è così ovunque. Spesso mi sembra che quando ci lamentiamo lo facciamo in un modo come per dire che noi al loro posto saremmo meglio faremmo meglio, ma sarebbe veramente così? Voglio dire quella "poveraccia" che al telefono deve dire chissà quante volte di mettere una data fittizia per un problema in una pagina web che non dipende da lei e che probabilmente lei non può risolvere la capisco. Probabilmente anche io dopo aver ricevuto la trentesima telefonata in un giorno con la stessa domanda sarei scocciata. Certo non è colpa di chi telefona ma chi telefona non deve prendersela personalmente se riceve una risposta sgarbata, l'importante è ricevere una risposta che fa andare avanti la pratica :-).

      La vedo che potendo dare una risposta sgarbata uno si sfoga e ce la fa a continuare a lavorare. Un po' come quelli della biblioteca, magari si sono presi qualche ora di pausa e poi lavorano meglio, che ne so :-).

      In Svezia non avrei mai potuto fare così, rispondi male magari chiamano il tuo capo e si lamentano di come hai risposto. Sei frustrata perché le cose non funzionano neanche lì ma non puoi nemmeno sfogarti che devi sempre mantenere la facciata di perfezione. Come scrivevo nel post di Me voy un momentito per quanto riguarda le telefonate private durante le ore di lavoro, si ricevono e si fanno anche in Svezia ma non si dice, si mente, si fa finta che sia qualcosa di importante di lavoro. È lo stesso sia qui che lì ma qui si è più rilassati. In Svezia si gioca a fare gli attori di teatro, come dicevo quando tornavo a casa, "anche oggi ho fatto la mia recita" e poi ero frustrata, vabbé lasciamo perdere.

      Sì, credo, anzi ne sono quasi sicura, che gli sto simpatica :-). Quando ci sono solo le bibliotecarie, sono due, allora mi danno direttamente più settimane, mi chiedono "quante settimane pensi ti servono?" che carine! Quando c'è lui no! Sempre e solo tre settimane ma poi io torno e allungo il prestito...tanto abito a solo 130 metri dalla biblioteca :-).

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  2. I bibliotecari sono simpatici, ma quando han mandato via il ragazzino con una bugia mi sono ricreduta. Insomma, non si fa !!

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