El viaje de Cilka
maggio 15, 2020
Ieri riapriva la biblioteca ed io nel pomeriggio sono corsa lì.
Avevo due libri da restituire. Avrei dovuto farlo proprio il giorno dopo l'inizio improvviso dello stato di allarme qui in Spagna. La realtà è che avevo provato a consegnarli già due giorni prima ma avevo trovato la biblioteca chiusa. Peccato, sarebbe stato perfetto avere un libro in spagnolo da leggere durante le settimane passate rinchiusa in casa, ma niente.
Ieri non potevo perdermi la prima della riapertura della biblioteca :-) ma arrivata lì l'ho trovata di nuovo chiusa :-(. Hanno riaperto con orario ridotto e chiudono alle 13, ero arrivata troppo tardi. Oggi sono andata prima di pranzo e ho trovato la nuova realtà.
Dire che si può entrare in biblioteca è un'esagerazione, entri solo un metro e poi tutto è "blindato", attraverso il plexiglas mostri i libri che devi lasciare, mostri la tesserina che così possono leggere il numero e poi metti i libri in una scatola che verrà messa in quarantena per 14 giorni.
Sono rimasta un po' dubbiosa sul da farsi e poi ho detto "ah ma io volevo prendere in prestito due libri" e lei "sì, sì, si può, quali volevi?" bella domanda, non avevo pensato a niente, io credevo di poter fare come al solito, guardare la solita mensola con le proposte e da lì prendere qualcosa di invitante. La vedevo, la mensola, era lì al solito posto, sulla destra a tre metri di distanza da me con le proposte, con i nuovi libri arrivati e con il plexiglas tra di noi. Non riuscivo a leggere un cavolo.
Mi viene in mente un titolo, Km 123 di Camilleri, chiedo se c'è "sì, lo abbiamo ma è in prestito" mi dice "e quando torna?" chiedo io "non lo so, è stato preso in prestito prima dello stato di allarme e non sappiamo quando verranno a restituirlo, poi considera che mettiamo il libro in quarantena per 14 giorni e poi sarà disponibile di nuovo per essere prestato" ed io "ah ok, allora se ne riparla per l'estate :-)!".
"Di solito vado alla mensola a scegliere" dico, "sì, mi ricordo" dice lei. Si alza e va lì "in catalano va bene?" mi chiede. Allora non ti ricordi penso io, perché in catalano non va per niente bene, va malissimo "no, castigliano per favore".
Guarda i vari libri, secondo quello che mi dice sembrano essere tutti in catalano, vedo uno con il titolo abbastanza grande da riuscire a leggerlo e che a me sembra proprio essere in castigliano "El viaje de Cilka, non è in castigliano?" le chiedo.
Lo prendo in prestito, avrei voluto prenderne anche un altro ma non mi sembrava una cosa semplice da realizzare. Da una fessura tagliata nel plexiglas mi passa il libro, affianco alla fessura vedo una bottiglia di gel, non so se devo disinfettarlo o meno, lei non dice niente e allora lo metto nello zainetto ed esco.
Leggo che il libro è basato sulla terribile storia di Cilka Klein, una ragazzina di 16 anni deportata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau e fatta schiava per i piaceri sessuali del comandante del campo.
È un libro di Heather Morris che come quello spagnolo è stato tradotto anche in italiano con lo stesso titolo dell'originale "Il viaggio di Cilka".
0 Comments
Amo i vostri commenti!