Discorsi sul tempo
febbraio 25, 2019
Del tempo meteorologico si riesce sempre parlare.
In Svezia era pane quotidiano, ad ogni fika i discorsi cominciavano con commenti sul tempo. Solo che io il più delle volte non ero d'accordo con quello che dicevano. Proprio non mi riconoscevo nelle valutazioni che davano. Per la maggior parte di loro il tempo era molto meglio di come lo vedevo io, insomma non era troppo freddo, non troppo grigio, non troppo piovoso. Ricordo una volta di ritorno dalle vacanze estive commentarono che l'estate non era stata poi così male, non ci capivo niente. Erano andati all'estero o cosa? No, erano rimasti in Svezia e sì c'era stata una sera dove avevano potuto fare una grigliata fuori perché non aveva piovuto e un altro giorno quando il sole aveva riscaldato la giornata. Per me quell'estate era stata tremenda, una temperatura media di 14,7 gradi con pioggia, pioggia e ancora pioggia, non potevo neanche lontanamente chiamarla estate ma loro al contrario di me erano riusciti a individuare i momenti più belli e probabilmente a ricordare solo quelli. Credo che questo sia l'atteggiamento vincente per resistere al tempo :-).
Ora tutti gli alberi in piazza sono potati e pronti per la nuova stagione :-) |
Poi abbiamo iniziato a commentare il tempo, che a parere nostro è bellissimo, e ci hanno detto che un tempo così non è per niente normale a febbraio, che gli anni che ha fatto caldo a febbraio sono stati anni caldissimi in estate, ancor più dell'estate passata e che già ora si hanno problemi con la poca acqua nelle falde acquifere e che c'è poco da essere contenti. In effetti secondo i miei appunti non cade una goccia di pioggia da un mese. A gennaio ha piovuto solo in tre occasioni e ogni volta molto poco.
Ecco, non si può mai essere contenti :-)! Non è mica colpa mia se fa bel tempo!
Ecco, non si può mai essere contenti :-)! Non è mica colpa mia se fa bel tempo!
11 Comments
"credo che questo sia l'atteggiamento vincente per resistere al tempo" cioè praticamente ti fai fesso solo tu.. No secondo me bisogna essere realisti e se proprio non ce la fai te ne vai così come hai fatto tu
RispondiEliminaIo mi sentivo molto più realista di loro :-), però molti di loro non mi capivano e sicuramente molti di loro vedevano la realtà diversamente da come la vedevo io. Quando le temperature salivano oltre i 20 gradi e loro iniziavano a lamentarsi che faceva troppo caldo io non ci capivo più niente, invece di essere contenti. Uno può pensare che è normale, loro sono abituati e io no. Però non so quanto il loro corpo sia abituato a quel clima, tantissima gente sta male psicologicamente, depressione, ansia che poi si riversa anche sulla salute fisica. Tantissima gente che non ce la fa a lavorare perché sta male. E non è solo il clima, è anche la società che è "faticosa" da vivere. Oddio Valentina solo a pensarci mi sento male. Chiudiamo qui va :-).
EliminaAhh un'ultima cosa giusto per far capire un po' la situazione :-). Proprio qualche giorno fa ho sentito al telegiornale svedese che la primavera è arrivata in Svezia, in anticipo. La definizione di primavera è quando per sette giorni di seguito la temperatura media giornaliera supera lo zero. Insomma se per sette giorni la temperatura media è di un grado allora televisione, radio, giornali ecc non fanno altro che dire che la primavera è arrivata. Ricordo un anno in cui era l'estate ad essere arrivata in anticipo :-). Io morivo di freddo, guanti, cappello, giacca a vento e loro dicevano che l'estate era arrivata. La definizione di estate è quando per sette giorni di seguito la temperatura media giornaliera supera i 10 gradi. Insomma se per sette giorni hai 11 gradi allora in Svezia è arrivata l'estate. Io e il mio bello ci ridevamo sempre su. Io credo che lo facciano per tirare su il morale alla gente, perché in giro, al lavoro senti dire "ahh ormai la primavera è arrivata, ormai l'estate è arrivata". Le fonti di informazione ti fanno un lavaggio del cervello, su questo e su molte altre cose. Magari poi torna l'inverno, perché ovviamente è inverno quando siamo con uno o due gradi però la gente continua a ricordare che "quest'anno la primavera è arrivata in anticipo" :-).
Per la maggior parte di loro il tempo era molto meglio di come lo vedevo io, insomma non era troppo freddo, non troppo grigio, non troppo piovoso.
RispondiEliminaQuesto appunto dimostra che la percezione è relativa.
Mi spiego.
Io sono nata in pianura padana, in un posto dove, anche nella migliore giornata di sole, c'è sempre quel velo di umidità che limita la visuale (eccetto quando il cielo è limpido subito dopo una pioggia o per via del vento, quando è forte).
Ma io, che sono nata in quelle zone e in cui ho vissuto fino ai 18 anni uscendone solo di rado per gite o simili, non mi rendevo conto del fatto che ci fosse sempre un po' di foschia. La nebbia? Naturale. Umido? Beh, c'erano anche giorni "secchi". E non capivo come le persone del sud trasferitesi si lamentassero. Pensavo: "Ma che hanno da lamentarsi con questo sole brillante? Com'è che dicono che da loro il sole non è lo stesso? Sono proprio dei lamentosi!!!"
Poi, ho vissuto anni fuori. Toscana, Roma... ad un certo punto, c'è stato un istante in cui ho capito. Ho capito che era tutto vero quello che dicevano, che il sole era diverso, ma prima non potevo saperlo perché non lo avevo mai visto!
L'unico posto del Nord in cui vivrei volentieri (in cui il cielo è davvero limpido) è Trieste.
Il resto, è pianura padana, umidità, velo di nebbia anche nei giorni più limpidi.
Solo pochissimo giorni all'anno da casa mia si vedono le Prealpi (credo siano a 2-300 km), e solo dopo una pioggia o nei giorni di bora, che arriva anche da noi, ma non forte come a Trieste. A Trieste invece ci sono dei giorni, anche d'inverno, in cui ti sembra che ti abbiano lavato gli occhi da quanto limpido e azzurro appare il cielo...
Sono contenta che tu stia bene a Mallorca, e spero che non sia come prevedono, ovvero che abbiate problemi per l'acqua in estate.
Io qui dove sono anche sto bene, è un bel clima. Probabilmente, però, l'anno prossimo sarò nel profondo nord in pianta quasi stabile. Ecco, di sicuro andrò pesante con la vitamina D, e tornerò qui il più spesso possibile.
Per il resto, cercherò di adeguarmi, ovvero, andrò giù pesante con lo sport (e il lavoro ovvio), che è probabilmente la cosa che uno riesce a fare meglio in quelle lande nordiche... vediamo.
Un caro saluto, godetevi questo febbraio, anche io adoro questo febbraio qui dove fa freddo ma anche il sole è alto nel cielo e bello brillante :D
La percezione è sicuramente relativa. Però è anche vero che se uno non può cambiare la situazione allora non si ha molta altra scelta che quella di resistere. E la cosa migliore per esistere è raccontarsela un po' :-).
EliminaL'insegnante di Spagnolo non si capacita come io possa aver lasciato la Svezia, il mio lavoro in bosco, a contatto con la natura, per venire a vivere a Maiorca. Alcuni dei miei amici si domandano lo stesso, però nessuno di loro ha vissuto lì.
Quando mi trasferii in Svezia mi venne detto che ci sarebbero voluti 10 anni prima di poter capire come la Svezia veramente è. Non ci credevo, mi sembrava tutto perfetto, cosa dovevo capire? Allora lavoravo in un ambiente internazionale, poi cambiai lavoro e iniziai a lavorare in un settore conservativo e cominciai a capire. Dico sempre che ho iniziato a capire dopo circa otto anni, ma credevo stessi sbagliando, che fossi troppo dura nei miei giudizi.
Ci sono voluti un altro po' di anni prima di decidere che quello non è il posto giusto dove invecchiare, spero solo di non doverci tornare a vivere permanentemente :-).
Un film documentario interessante da vedere, per chi è interessato La teoria svedese dell'amore
E tu, ti trasferisci in Svezia?
Non è ancora sicuro, ma è abbastanza probabile.
EliminaVediamo!
Vedrai che ti piacerà :-).
EliminaHo guardato il link che metti, ed, in effetti, non è una condizione che mi auspicherei.
EliminaPer il resto, io probabilmente mi trasferirò (sempre che si concretizzi la cosa!) per puri motivi di lavoro. Se qui dove sono prendessi abbastanza e avessi una decente sicurezza lavorativa, me ne starei qui (anche se le persone si stupiscono di una posizione simile, per vari motivi). Ma il problema è proprio quanto prendo, in primis. E il fatto che non si sognano di darmi una posizione meglio pagata per nessun motivo.
Quindi, ecco, non è che ci vado perché è il mio posto dei sogni. Se ci andrò, è perché mi pagheranno meglio.
La diversità del carattere (statisticamente parlando) della popolazione è qualcosa che mi mette tanti dubbi addosso, ma non è che abbia troppa scelta. Rimanere disoccupata non è un'opzione...
Quindi, ecco, la cosa che mi ha colpito nella mia ultima visita è la facilità del fare sport. Quindi, sport sia! Almeno non sentirò troppo la solitudine, o almeno mi illudo.
Dai, appunto, c'è di peggio nella vita :)
Per ora, va bene così, in fondo spero si concretizzi la cosa...
Guarda avrei così tanto da scrivere su quest'argomento ma non credo sia il caso, inoltre si tratta di come la vedo io e altri possono vederla diversamente. Dipende da come uno è e da quanto uno riesca ad adattarsi al sistema svedese e farlo suo, trasformarsi, diventare come loro vogliono. Con il mio capo attuale ho parlato molto di questo, di quanto difficile sia pensare, comportarsi, parlare come loro vogliono, dire quello che loro si aspettano che uno dica, dire la cosa giusta e non quella che pensi, una fatica immensa, a fine giornata ero distrutta e mi domandavo cosa stessi facendo. E non ti credere che volessi dire chissà che.
EliminaUn esempio, avevamo tenuto un corso per i proprietari di bosco su come gestire le latifoglie nobili. Il corso era andato in generale bene, alcune cose meglio di altre ma bene. Avevamo una riunione di valutazione e uno cosa pensa, che durante la riunione di valutazione si valutano tutte le parti del corso per poi cercare di migliorare quelle che non erano andate così bene. Ma così non è, la valutazione era un'autocelebrazione di quanto eravamo stati bravi. Eravamo stati così bravi che quando io avevo suggerito come migliorare le parti che erano state un po' criticate dai partecipanti tutti si erano azzittiti e mi avevano guardato come se fossi un extraterrestre. Poi parlando con il mio capo capii che così non si fa, naturalmente alcune parti non erano andate benissimo ma non è niente di cui si parla davanti a tutti perché chi era responsabile di quelle parti avrebbe potuto rimanerci male. Avevo spiegato che non era niente di offensivo, stavamo facendo una valutazione e avevo elencato anche le cose che erano da migliorare nella parte di cui ero responsabile, mica sono perfetta, quale era il problema? La valutazione si fa proprio per questo secondo me. Ma così non era per loro, io rovinavo l'atmosfera (impara questa parola, stämning=atmosfera, una parola importantissima :-) si fa di tutto per creare e mantenere "en god stämning", una buona atmosfera è la chiave di tutto :-)), delle cose andate meno bene se ne parlava in separata sede. E sai quante riunioni insignificanti mi sono dovuta sorbire dove la mia partecipazione era importante ma la unica cosa che dovevo fare era stare zitta perché la mia realtà era così diversa da come volevano costruire la loro. Era quello che io chiamavo giocare al teatro. Insomma, ero come il bambino nella fiaba I vestiti dell'imperatore Uno deve imparare cosa si può e non può dire, c'è un confine difficile da capire, e come dirlo che anche lì ci sono regole :-).
Tutti gli stranieri (rifugiati e non) sono i "benvenuti" ma quello che poi ti viene chiesto è di diventare svedese il più possibile. Ad un certo punto mi venne chiesto se avevo letto il libro "Den svenska koden" Il codice svedese, tutte le regole non scritte di come uno si deve comportare in Svezia, lo presi in prestito dalla biblioteca, che lettura :-). Se sai leggere lo svedese te lo consiglio :-).
EliminaI primi anni facevo ricerca all'università, in un ambiente internazionale e lì la situazione era diversa. Quando poi dissi che avrei lasciato la ricerca ricordo che il professore con cui collaboravo mi disse "Oriana, la società svedese non fa per te, non è come qui all'università, te ne accorgerai e non potrai trovarti bene, hai troppe idee, sei innovativa, dici quello che pensi, non funzionerà". Aveva ragione.
Sono sempre stata sportiva, avevo pensato che lo sport unisce, sì, però anche lì devi imparare a comportarti...meglio correre da sola :-).
Da quanto ho capito lavori nell'ambiente di ricerca, che dovrebbe essere un ambiente internazionale, se è come era l'università dove lavoravo io allora c'è speranza :-).
"Rimanere disoccupata non è un'opzione" scrivi tu. Invece per me la disoccupazione a questo punto sembra l'unica opzione possibile per poter avere una vita migliore :-) ma credo ci troviamo in situazioni totalmente differenti. La libertà di scelta, anche di poter scegliere la disoccupazione, è una grande ricchezza.
Insomma la realtà è che, come spesso accade, dipende molto da come uno è o da quanto uno riesce a trasformarsi. Però c'è una cosa che non si può cambiare, il clima. E altre tre che funzionano malissimo e che non so se mai riusciranno a cambiare, la sanità di base, i trasporti, la scuola. Tutte e tre fondamentali per lo sviluppo e il benessere di una società. Poi la ricerca della perfezione, l'indipendenza e l'individualismo estremo delle persone rendono la società difficile da vivere.
Pensa che una collega ormai pensionata parlava così bene del marito che addirittura tagliava il prato della madre anziana ultranovantenne senza farsi pagare una sola corona! E tutti i colleghi lì a commentare quanto era bravo quest'uomo che aiutava l'anziana madre senza farsi pagare...io l'unica cosa che potevo fare era stare zitta per non rovinare l'atmosfera (stämning) :-)...e constatare che veniamo da due mondi totalmenete diversi.
Una sitcom divertente è "Welcome to Sweden" io l'ho vista in svedese, so che c'è anche in inglese però ora non ho tempo di cercarla. Mi sono fatta un sacco di risate, è divertente.
Ed ora basta di parlare della Svezia.
La cosa più importante è trovare il posto dove uno si possa sentire bene. Qualunque ed ovunque esso sia. Anche la Svezia può essere quel posto, per la fortuna di molti.
Grazie, ti ringrazio tanto per quanto dici... capisco il tuo punto di vista.
EliminaIo, magari, che sono meno coraggiosa riesco a "stare zitta", però lo so che non riesco a farmi piacere le cose. Magari riesco anche a imparare a dire la cosa giusta, col tempo, ma sono sicura che mi peserà dover rispettare canoni che non sono miei.
Però, d'altro canto, al momento quello che mi serve in modo quasi disperato è un posto di lavoro pagato meglio. Qui mi pagano in modo ridicolo se converto in Euro, e io devo anche spostarmi e viaggiare a trovare la mia famiglia italiana, mia madre, mio fratello. Senza contare che, scientificamente, questo posto è meno "vivo" che un generico posto in Europa. Inoltre, io non ho un curriculum strabiliante, non sono più giovane, non sono turca, né di qualche nazione "importante", né ho connessioni importanti: quindi qui un posto non me lo danno, e quindi mi si prospetta di lavorare come una schiava per quattro soldi, senza alcuna prospettiva o sicurezza, con due bambini che ancora vanno a scuola...
Il punto dolente sarà che i miei bambini non mi seguiranno, probabilmente, ma staranno con il padre, e dovrei avere la possibilità di viaggiare di frequente. Del sistema sanitario svedese mi avevano detto, ma non davvero della scuola. In un certo senso, io starò peggio a non vederli ma almeno i miei bambini dovrebbero essere messi meglio...
Del posto dove sono ora, che non gode di buona fama internazionale, mi piace un sacco la gente. Ma davvero... non si fa sentire per nulla la differenza di religione. Sono persone con cui interagire arricchisce la vita... Inoltre, il clima è splendido. Freddo e nevoso d'inverno, limpido e luminoso in primavera, caldo e secco d'estate, leggermente piovoso d'autunno (a me piace l'alternanza :) e mi piacciono le stagioni nette).
Mi guarderò un po' questo "Welcome to Sweden". Magari faccio così: se la cosa si concretizza, poi me lo guardo!
Dell'ultima visita, a gennaio, la cosa che mi aveva più colpito era che raramente le persone ti guardano negli occhi. È una mia impressione?
Ti auguro di riuscirci, che la cosa si concretizzi. Sono sicura che sarà una bella esperienza, i miei primi anni in Svezia sono stati bellissimi.
EliminaPoi lo dico sempre, siamo tutti diversi e quello che non piace a qualcuno può piacere ad un altro. L'importante è non ascoltare tutto quello che si dice, compreso quello che dico io :-), fare la scelta e andare e non credo che ti pentirai. Non mi sono pentita neanche io, ma quando era ora di andarmene l'ho fatto.
"Welcome to Sweden" puoi vederlo anche prima di avere la conferma sulla Svezia, è divertente e leggero assolutamente non "tragico" come il film documentario di cui ho scritto sopra. Io guardando Welcome to Sweden mi sono fatta tante di quelle risate :-).
Amo i vostri commenti!